lunedì 29 ottobre 2012

Marcia su Roma e dintorni...

Poichè l'argomento è caldo, e se avete voglia di iniziare adesso a parlarne e leggerne arriverete ben corazzati al momento opportuno, propongo un articolo molto ben scritto sul "problema" dell'antifascismo oggi (dove le virgolette rappresentano il fatto che l'antifascismo non dovrebbe essere un problema, ma lo costituisce laddove esiste un movimento negazionista).
E' oltretutto un buon modello di articolo di giornale di tipo argomentativo, il massimo che vi si possa chiedere di scrivere, non banale, efficace e enfatico quanto basta.
Se ancora non lo capite bene, bè, conservatelo per i tempi buoni, quando di certe questioni e di certi fatti riparlerete in classe!

http://www.reset.it/blog/marcia-su-roma-antifascismo-e-religione-civile

mercoledì 24 ottobre 2012

la grande avventura

Robert Westall, La grande avventura, Piemme, 2011
Seconda Guerra Mondiale. Quando una bomba riduce la sua casa a un cumulo di macerie, Harry si ritrova solo. Deciso a sfuggire all'orfanotrofio, comincia a viaggiare lungo la costa inglese in compagnia di un grosso cane incontrato la prima notte passata sulla spiaggia. È l'inizio di un'avventura tra bombardamenti, fughe e pericoli di ogni tipo: un'estate che cambierà profondamente Harry.

le avventure di Huckleberry Finn

Mar Twain, Le avventure di Huckleberry Finn, Newton Compton
«Tutta la letteratura americana moderna viene da un libro di Mark Twain che si intitola Huckleberry Finn. È il miglior libro che possediamo. Non c'era niente prima. E non c'è stato niente di altrettanto buono, dopo» (Ernest Hemingway). Huckleberry, fuggito dalle persecuzioni di un padre ubriacone, dopo aver vissuto dentro una botte da zucchero, di nuovo fuggiasco, intraprende un grande viaggio sul Missouri, in compagnia di uno schiavo negro: Jim un altro miserevole evaso. Avventure complicate e incontri imprevisti, fino all'incontro con Tom Sawyer: dal 1885 un capolavoro assoluto. 

L'isola del tesoro

Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, Rizzoli
La mappa di un'isola sperduta nell'oceano, il miraggio di un tesoro nascosto, indimenticabili figure di crudeli pirati e soprattutto il ragazzo protagonista, il coraggioso Jim Hawkins. E poi ancora ammutinamenti, i pericoli dell'oceano in tempesta, spargimenti di sangue... Se esiste un racconto dell'avventura questo è "L'isola del tesoro": ecco perché sin dalla sua pubblicazione ha catturato e continua a catturare l'immaginazione dei ragazzi di ogni continente e di tante generazioni. Una grande classico pubblicato nel 1883 e tuttora magistrale. 

queste oscure materie

Philip Pullman, Queste oscure materie. Trilogia, Salani, 2008
Il volume raccoglie la trilogia completa da cui è stato tratto il film "La bussola d'oro". "A me interessa parlare di temi importanti: la vita, la morte, l'esistenza di Dio, il libero arbitrio. Il fantastico non è fine a se stesso, ma sostiene e da corpo al realismo... Non abbiamo bisogno di liste di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, abbiamo bisogno di libri. 'Non devi' è presto dimenticato, 'C'era una volta' durerà per sempre'". (Philip Pullman).

zazie nel metro


 Oubrerie – Queneau, Zazie nel metro, Rizzoli Lizard, 2011
Il giovane fumettista francese Clément Oubrerie si è cimentato nella non facile impresa di tradurre graficamente il capolavoro di Raymond Queneau, un'opera tra la realtà e il sogno che narra le vicissitudini dell'irriverente Zazie alla conquista di Parigi, nella fremente attesa di visitare il metrò su cui la ragazzina più di ogni altra cosa desidera viaggiare. Interessante la carrellata antropologica degli incontri con i singolari personaggi che circondano la piccola Zazie, così spontaneamente irriverente nei suoi giorni parigini.

Cavalli selvaggi

Cormac McCarthy, Cavalli selvaggi, 2006
Texas, 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla frontiera e più in là al Messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito. Attraverso la vastità di un territorio maestoso e senza tempo, i due cowboy, cui si aggiunge il tragico e selvaggio Blevins, intraprendono un viaggio mitico che li porterà fin nel cuore aspro e desolato dei monti messicani. Qui la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi e gli occhi di Alejandra possono "in un batter di cuore sconvolgere il mondo". Con una narrazione che all'asciuttezza stilistica di Hemingway unisce la ritmicità incantatoria di Faulkner, McCarthy strappa al cinema il sogno western e lo restituisce, con sorprendente potere evocativo, alla letteratura.

In viaggio verso di me

Morgan Matson, In viaggio verso di me, Mondadori, 2011
È un anno terribile per Amy: sua mamma ha deciso di trasferirsi dall'altra parte degli Stati Uniti e ha bisogno che Amy le porti l'auto di famiglia. C'è solo un problema: non è facile lasciare la casa in cui si è cresciuti, la città che si ama, e soprattutto ricominciare a guidare dopo la perdita dell'adorato papà, avvenuta tre mesi prima, proprio in un incidente d'auto. Per fortuna con lei ci sarà Roger, un amico d'infanzia quasi dimenticato che però si rivela un imprevisto compagno di viaggio. All'inizio c'è imbarazzo, ma Amy e Roger imparano presto a conoscersi: si raccontano piano, si scoprono grazie alle piccole cose. E così che decidono di deviare dal percorso messo a punto dalla madre di Amy, ispirati dal bisogno di vivere senza sconti le proprie emozioni. Ed è così che un viaggio obbligato si trasforma in un'avventura on the road, fatta di tanta musica, feste al college, continui stop in fast-food e stazioni di servizio, incontri sorprendenti e paesaggi indimenticabili. Con una valigia zeppa di ricordi e vestiti nuovi Amy proverà a reinventarsi e a trovare la sua strada. Il viaggio è solo all'inizio.

il domani che verrà

John Marsden, Il domani che verrà, Fazi, 2011
Australia, contea di Wirrawee. Nella campagna vicino Melbourne la vita scorre lenta e monotona, ma otto ragazzi hanno trovato un modo di sconfiggere la noia che li assale ogni estate: una gita nella natura selvaggia del bush australiano. Macchina, bagagli, tende, provviste: è tutto pronto. La loro destinazione è Hell, un paradiso chiamato Inferno, una radura luminosa e isolata che sarà la loro casa per una settimana. Davanti al fuoco a raccontarsi storie, a scambiarsi i primi baci e leggere classici di altri tempi, i ragazzi non sanno che al ritorno la loro vita non sarà più la stessa. Le case vuote, gli animali domestici morti, un'aura di desolazione che avvolge ogni cosa. L'Australia è stata occupata da forze militari sconosciute e i civili sono scomparsi, costretti in enormi prigioni all'aperto: tra i detenuti ci sono i genitori, i fratelli e le sorelle. Sconfitte la paura e l'incertezza, l'angoscia e la fragilità, i ragazzi sceglieranno di combattere per riprendersi il proprio avvenire, sapendo che l'unica possibilità di salvezza è nelle loro mani.

La vera storia del pirata Long John Silver

Bjorn Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver, Iperborea, 1998
Ci sono libri che danno pura gioia. È quel che capita con il romanzo di Larsson: ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell'infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce. Chi racconta in prima persona è Long John Silver, il terribile pirata con una gamba sola dell'"Isola del Tesoro", fatto sparire da Stevenson nel nulla per riapparirci ora vivo e ricco nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. E non è solo a quell'"e poi"? che ci veniva sempre da chiedere alla fine delle storie che risponde Larsson, è al prima, al durante, al dietro.

Nelle terre estreme

Jon Krakauer, Nelle terre estreme, Corbaccio, 2008
Nell'aprile del 1992 Chris McCandless si incamminò da solo negli immensi spazi selvaggi dell'Alaska. Due anni prima, terminati gli studi, aveva abbandonato tutti i suoi averi e donato i suoi risparmi in beneficenza: voleva lasciare la civiltà per immergersi nella natura. Non adeguatamente equipaggiato, senza alcuna preparazione alle condizioni estreme che avrebbe incontrato, venne ritrovato morto da un cacciatore, quattro mesi dopo la sua partenza per le terre a nord del Monte McKinley. Accanto al cadavere fu rinvenuto un diario che Chris aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska e che ha permesso di ricostruire le sue ultime settimane. Jon Krakauer si imbattè quasi per caso in questa vicenda, rimanendone quasi ossessionato, e scrisse un lungo articolo sulla rivista "Outside" che suscitò enorme interesse. In seguito, con l'aiuto della famiglia di Chris, si è dedicato alla ricostruzione del lungo viaggio del ragazzo: due anni attraverso l'America all'inseguimento di un sogno. Questo libro, in cui Krakauer cerca di capire cosa può aver spinto Chris a ricercare uno stato di purezza assoluta a contatto con una natura incontaminata, è il risultato di tre anni di ricerche. Da questo libro, Sean Penn ha tratto il bellissimo film Into the wild, assolutamente consigliato. 

Aria sottile

Jon Krakauer, Aria sottile, Corbaccio, 2005
Il 10 maggio 1996 una tempesta colse di sorpresa quattro spedizioni alpinistiche che si trovavano sulla cima dell'Everest. Morirono 9 alpinisti, incluse due delle migliori guide. Con questo libro, l'autore, che è uno dei fortunati che riuscirono a ridiscendere "la Montagna", scrive non solo la cronaca di quella tragedia ma intende anche fornire importanti informazioni sulla storia e sulla tecnica delle ascensioni all'Everest. Offre inoltre un esame provocatorio delle motivazioni che stanno dietro alle ascensioni ad alta quota, nonché una drammatica testimonianza del perché quella tragedia si poteva evitare.

Il vecchio e il mare

Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare, Mondadori
Da ottantaquattro giorni non riesce a pescare nulla il vecchio Santiago, come se fosse stato colpito da una maledizione. Ma trova la forza di riprendere il mare per un'uscita che rinnova il suo apprendistato di pescatore e ne sigilla la simbolica iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme pescespada dei Caraibi, nella lotta contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura e, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita. Prima edizione: 1952

qualcuno con cui correre

David Grossman, Qualcuno con cui correre, Mondadori, 2008
Assaf è un sedicenne timido e impacciato cui viene affidato un compito singolare: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato seguendolo per le strade di Gerusalemme. Correndo dietro all'animale, Assaf viene condotto di fronte a inquietanti personaggi, attraverso i quali ricompone i tasselli di un drammatico puzzle: la vicenda di Tamar, una ragazza solitaria e ribelle, fuggita da casa per andare a salvare il fratello, giovane tossicodipendente finito nella rete di una banda di malfattori. "Qualcuno con cui correre" è il ritratto di due adolescenti che si cercano, che forse si amano, che soffrono ma combattono con generosità per qualcosa che è dentro di loro.

Il conte di Montecristo

Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo, BUR
Il romanzo fu pubblicato nel 1844. Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès. Il romanzo associa, senza la preoccupazione di una trama logica e ragionata, le più incredibili avventure con l'aiuto anche di uno stile agile e incalzante. Capolavoro imperdibile e grande classico. 

Robinson Crusoe

Tullio Pericoli, Robinson Crusoe di Daniel Defoe, Adelphi, 2007
Il classico racconto d'avventura di Defoe nella bellissima versione ridotta e illustrata da Tullio Pericoli: un viaggio per gli occhi e la mente.

in solitario

Roald Dahl, In solitario, Salani, 1986
Dahl, geniale scrittore per ragazzi, scrive qui un memoriale autobiografico delle sue avventure giovanili: ardito pilota, sempre pronto a cogliere i lati curiosi dell'esistenza, dei personaggi, delle situazioni, passa dinoccolato tra un'esplosione e un'altra, da una missione pericolosa a un'altra, senza retorica, senza odio. Durante tutto questo periodo, dal Kenya, dall'Iraq, dall'Egitto, continua a scrivere alla sua mamma con inalterabile amore, e la successione delle foto di guerra si chiude con quella del cottage di lei, dove finalmente, miracolosamente, l'eroe riesce a tornare.

graffiti moon

Cath Crowley, Graffiti moon, Mondadori, 2011
Da mesi Lucy insegue Shadow, il più originale, inventivo e misterioso writer di Melbourne. Nessuno lo ha mai visto, nessuno sa nemmeno chi sia, tranne Poet, l'amico che dà i titoli ai suoi graffiti. Ma Lucy è decisa ad incontrarlo. Sa che Shadow è il ragazzo giusto: intelligente, creativo e appassionato di arte come lei. Lo "inseguirà" durante l'ultima notte del college... e scoprirà, finalmente, che le è sempre stato vicino. Lucy e Shadow cercheranno di ritagliarsi un angolo speciale e colorato in un mondo duro e precario come quello che hanno intorno.

Cartoline dalla terra di nessuno



Aidan Chambers, Cartoline dalla terra di nessuno, Fabbri, 2007
Jacob Todd, inglese, per la prima volta all'estero da solo, arriva ad Amsterdam per la commemorazione della battaglia di Arnhem, in cui suo nonno combatté cinquant'anni prima. Geerti Wesseling, anziana signora molto malata, racconta nel suo diario una storia straordinaria di amore e tradimento. Grazie a questa storia la sua famiglia e quella di Jacob sono legate in un modo insospettabile e sorprendente. Tra cene e vagabondaggi per la città, incontri a sorpresa e pellegrinaggi letterari, la visita di Jacob ad Amsterdam si rivelerà molto più che una vacanza

Farsi un fuoco


Christophe Chabouté, Farsi un fuoco, BD, 2009
Tratto da un racconto del geniale Jack London, e disegnato dal grande Christophe Chabouté, la disperata lotta per la vita di un uomo abbandonato a se stesso, sullo sfondo di una natura dura e spietata; un fumetto freddo e tagliente come il ghiaccio. 

una grande terribile bellezza


Libba Bray, Una grande terribile bellezza, Elliot, 2009
Fine Ottocento. Alla morte della madre, la sedicenne Gemma Doyle, trascurata da un padre schiavo del laudano, lascia Bombay dove ha trascorso l'intera infanzia per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra, la Spence Academy. Qui, dopo molti tentativi, riesce a entrare nell'esclusivo gruppo formato dalla potente Felicity, la vezzosa Pippi e l'imbranata Ann. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, rigida disciplina e soprattutto oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l'ha seguita fin dall'India e l'avvisa di non dar retta ai sogni che la funestano), Gemma scopre un diario segreto che le svela l'esistenza dell'Ordine, una congrega di sole donne dedite alla magia e alla ricerca di universi paralleli dove tutto è possibile. 

lunedì 22 ottobre 2012

40 regole per scrivere bene


Le famose regole di Umberto Eco per scrivere bene; aggiungo, anche se di ben altro tono, una grandiosa citazione da un vecchio quanto insuperato manuale di scrittura americano: «Vigorous writing is concise. A sentence should contain no unnecessary words, a paragraph no unnecessary sentences, for the same reason that a drawing should have no unnecessary lines and a machine no unnecessary parts. This requires not that the writer make all his sentences short, or that he avoid all detail and treat his subjects only in outline, but that every word tell» (The Elements of Style by William Strunk, Jr., 1918)


1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.15. Sii sempre più o meno specifico.
16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntigliosamente l’ortografia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultasseroeccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
(U. Eco, La bustina di Minerva, Bompiani, Milano, 2000)

domenica 14 ottobre 2012

mancati compleanni

Ricordate Sergio Atzeni? Ne abbiam parlato quando vi ho presentato il suo Figlio di Bakunìn. Sardo cagliaritano (ma anche italiano ed europeo: sono parole sue), il più grande di tutti, là alla fine del millennio scorso.
Oggi, «se nel settembre del 1995 non fosse andato incontro a una fine tanto tragica quanto letteraria, risucchiato dal mare di Carloforte», avrebbe compiuto sessant'anni, e la brava Gigliola Sulis, che insegna a Leeds, ma di Atzeni è stata una delle prime studiose, gli dedica un articolo di compleanno, ottimo per fiutarne l'importanza http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2012/10/14/news/sulla-terra-leggeri-l-ironia-e-il-disincanto-di-un-poeta-delle-citta-1.5859406.

mercoledì 10 ottobre 2012

la weimar greca

Sono monotona: ancora politica internazionale contemporanea, ancora Europa, ancora Barbara Spinelli.

E' che, a mostrare l'atroce legame tra crisi (economiche, morali, politiche) e nazismo, a spiegare cosa può legare Hitler e "albe dorate" (scusa Alba!), è proprio brava. Leggetelo e ripensateci tra qualche mese, a proposito della fine di Weimar e di qualche altra catastrofe del nostro vicino Novecento.

http://www.repubblica.it/economia/2012/10/10/news/weimar_greca-44213009/