lunedì 14 ottobre 2013

Isabel Allend, La casa degli spiriti, Feltrinelli


«Barrabás arrivò in famiglia per via mare, annotò la piccola Clara con la sua delicata calligrafia. Già allora aveva l'abitudine di scrivere le cose importanti e più tardi, quando rimase muta, scriveva anche le banalità, senza sospettare che, cinquant'anni dopo, i suoi quaderni mi sarebbero serviti per riscattare la memoria del passato, e per sopravvivere al mio stesso terrore. Il giorno in cui arrivò Barrabás era Giovedí Santo. Stava in una gabbia lercia, coperto dei suoi stessi escrementi e della sua stessa orina, con uno sguardo smarrito di prigioniero miserabile e indifeso, ma già si intuiva – dal portamento regale della sua testa e dalla dimensione del suo scheletro – il gigante leggendario che sarebbe diventato. Era quello un giorno noioso e autunnale, che in nulla faceva presagire gli eventi che la bimba scrisse perché fossero ricordati e che accaddero durante la messa delle dodici, nella parrocchia di San Sebastián, alla quale assistette con tutta la famiglia...»

1 commento:

  1. Nel complesso il libro mi è piaciuto, ma l'ho trovato molto molto lungo e in alcune parti pure monotono; fortunatamente tra parti lente si intrecciavano momenti divertenti che movimentavano la narrazione, rendendola più scorrevole. Ciò che mi ha colpito di più è stato il miscuglio tra la moltitudine di storie e personaggi che rimanevano sempre collegati tra loro, ed infine la magia è riuscita a dare quel tocco di fantastico avvolto nella realtà che ha contribuito ad alimentare la mia attenzione nelle parti più noiose.

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