lunedì 14 ottobre 2013

Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori


Durante la prima guerra mondiale: Paul Börner viene incitato dal suo professore Kantorek all'arruolamento nell'esercito. Il professore aveva le sue idee di patriottismo e di sacrificio di se stessi per la Grande Germania, e trovò giusto insegnare alle nuove generazioni questi principi. Sulla base di questi principi è riuscito a "riempire la testa di bolle d'aria", come dice Paul, conducendo i ragazzi ancora diciottenni al banco arruolamenti. Fu questa la storia dell'entrata di Paul e dei suoi compagni nel mondo della guerra. Paul, Müller, Kat, Kropp e tutti i loro compagni di scuola si resero subito conto della sciocchezza che avevano commesso, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. La prima notte al fronte e già la metà della classe abbandona il campo… il primo momento di calma fa capire a tutti in quale orribile mondo erano capitati: il campo devastato dalle granate, le grida dei feriti che si trascinano in cerca d'aiuto, il tutto in un turbinio di morte e distruzione. Un capolavoro per ricordare il centenario dell'inizio della Grande guerra (1914-1918). 

1 commento:

  1. Niente di nuovo sul fronte occidentale è un libro bellissimo, dopo averlo letto si prova tanta tristezza. Le parti più belle sono le riflessioni del protagonista, sa dire cose importanti in una maniera semplice. Attraverso i dialoghi si capisce la fragilità dei giovani soldati costretti a misurarsi con le loro paure, le loro debolezze, gli orrori della guerra.
    Ma Remarque sa parlare anche di amicizia, della solidarietà che avvicina tutti i soldati costretti a combattere.
    Pagine veramente tristi sono quelle in cui descrive la morte del suo compagno, che muore solo, senza nessuno accanto e lascia ai suoi amici un paio di stivali.
    Ricordo una frase molto bella che mi ha fatto riflettere: "Vorrei, quando sento parlare di pace, che la pace ci fosse davvero, vorrei fare qualcosa per cui valga la pena di essere stato tanto tempo nel fango". Qualcosa ha fatto, il suo libro è veramente una protesta contro la guerra ma allo stesso tempo un messaggio di pace. Questo libro dovrebbero leggerlo tutti. Ancora oggi in ogni parte del mondo sono tante le vittime della guerra, sono tanti i bambini che crescono nei campi per i rifugiati, molte volte soli, perché le loro famiglie non esistono più.

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