lunedì 14 ottobre 2013

Art Spiegelmann, Maus, Einaudi


La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato all'Olocausto, una madre che non c'è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.

2 commenti:

  1. Trovo che questo sia un libro molto ben strutturato, perché mischia la tragedia al divertente. Infatti alterna la vicenda dell'olocausto vissuto dal padre con fatti della sua vita quotidiana. I disegni sono molto belli perché ti fanno entrare dentro il libro. L'idea di rappresentare gli ebrei come topi e i tedeschi come gatti è carina perché ci fa capire che è una rappresentazione simbolica.

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  2. All’inizio ero piuttosto scettica nei confronti di questa novella grafica per il fatto che,trattandosi di un argomento cosi delicato come l’olocausto,un fumetto non potesse centrare a pieno un simile argomento drammatico ;tuttavia mi son dovuta ricredere in quanto l’impatto con le immagini rappresentate è molto forte.
    Ho trovato geniale la scelta di sostituire i vari animali con le persone,ad esempio i topi per gli ebrei e i gatti per i nazisti.
    Il fatto che l’autore si sia messo a nudo ha contribuito a rendere quest’opera coinvolgente: in particolare trattando del rapporto difficile e conflittuale tra lui e suo padre. Molto commovente è la storia tra il padre, Vladek Spiegelman, e sua moglie Anjia,un amore messo a dura prova ma talmente forte da essere sopravvissuto a quel terribile periodo. Assolutamente da leggere.

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