mercoledì 8 giugno 2016

Virtù e fortuna, la felicità a portata di mano

Trama del Festival Leggendo metropolitano, e bellissimo post


Cos’è la dignità per l’uomo e cosa fa il mondo più giusto e coeso? 
La virtù, se rimane parola vuota, moraleggiante e astratta, ci rende davvero più felici? 
La nostra civiltà si fonda da sempre sull’equilibrio tra virtù e fortuna. 
Oggi si assiste ad una sovrastima della fortuna a discapito della rettitudine e della responsabilità. 
La nostra felicità è sempre meno legata al lavoro, faticoso e appagante, con cui raggiungere gli obiettivi. 
Sempre più legata al gioco, all’azzardo. 
L’invadenza cronica dei media nella vita dell’individuo è sotto lo sguardo di tutti: una comunicazione sempre più ostaggio di facili promesse, mirabilimiraggi, con la complicità di Stati che gridano al facile arricchimento tramite lotterie, slot machine e grattaevinci. 
Siamo certi che non risieda (anche) in questo meccanismo la crisi che investe la società odierna? 
A questo nuovo modo di pensare il mondo noi non crediamo. Siamo convinti che la felicità debba essere il frutto della fatica, del lavoro, della capacità di ascoltare l’altro e di pensare alla collettività nel suo insieme. 
Il resto è solo una falsa rappresentazione della realtà che ci circonda. 
Crediamo che la filosofia della fortuna a tutti i costi debba essere considerata alla stregua della magia, della cabala e dell’astrologia. 
Questo convincimento trova nell’articolo 1 della nostra Costituzione la sua massima espressione: la Repubblica Italiana si fonda sul lavoro, sul merito e sulla responsabilità. 
Noi rilanciamo una nuova era di impegno personale - poiein - attraverso una politica per il lavoro, che favorisca una stagione virtuosa di consapevolezza, sia sul piano individuale che collettivo, per far fronte alla crisi economica e morale. 
Senza attendersi aiuti dall’alto o credere alle promesse di facili introiti per consolidare misere e ipocrite rendite di posizione. 
Un libero arbitrio sostenuto da un metro etico. 
Un percorso verso una sorte morale che ci veda protagonisti e che, insieme, preservi la fragilità del bene. 
La cultura, le scienze, la poesia e la letteratura in particolar modo, essendo un attentato alla ragionevolezza, avendo un potenziale rivoluzionario, ci aiuteranno a sostenere lo sforzo, a porci le giuste domande e a respingere le risposte preconfezionate, violente e gratuite della propaganda di regime, della filosofia degli slogan. I poeti e gli scrittori possono e debbono diffondere il panico nel mondo, lasciare la posizione compiacente da educati vecchi signori, rischiando la vita e giocandosi la pelle. 
Con coraggio, riprendendosi un po’ di teppismo e non accettando di essere solo un passatempo, la letteratura può sostenere il mondo in questo percorso ed essere di nuovo parola incandescente e non coperta per il caminetto. 
La letteratura funziona per contagio come tutte le passioni, in ciò risiede la sua potenza, solo così può raggiungere questo obiettivo. 
La politica e la pubblicità attivando diverse dinamiche, attraverso la persuasione, sembrano essere inefficaci. Consci del fatto che spesso la cultura è una fortezza dietro cui si cela il pensiero precostruito, ci rivolgiamo alla vera letteratura che, invece, attacca quella fortezza e ci permetterà di raggiungere quella felicità che è sempre a portata di mano. 
La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro. 
Questo è il nostro fondamento, questa è la traccia. 

Con pacatezza e senso di democrazia lo grideremo [o meglio, l'hanno gridato] a Cagliari, questo è [è stato] Leggendo metropolitano. 


A. di Cosimo (Bronzino), Allegoria della Felicità, olio su rame, 1564, Firenze, Galleria degli Uffiz

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