lunedì 20 giugno 2016

Libri per la (futura) quinta

Anche per la quarta/quinta, una selezione di libri fortemente consigliati per le letture estive, utilissimi per l'anno prossimo, ma anche inutilissimi come tutta la letteratura, quindi fondamentali per vivere meglio.

In ordine cronologico:

Millesettecento, un libro a suo tempo pericolosissimo, istigatore al suicidio e ai comportamenti deviati per i giovani: il grande filosofo e scrittore Goethe e i Dolori del giovane Werther (ampiamente saccheggiato da Foscolo, e fondamentale per capire alcune cose del Romanticismo, dell'Europa e di noi stessi).


Ottocento, seconda metà: un romanzo francese epocale, che descrive benissimo la condizione del proletariato di miniera, il mostruoso lavoro sottoterra, i moti operai, gli scioperi, i ricatti dei padroni, la violenza, il consenso, l'alienazione umana di quegli (?) anni. Emile Zola, caposcuola del Naturalismo francese (da cui prende le mosse il nostro Verga), Germinale, che nel calendario della Francia rivoluzionaria era il mese della rinascita della natura, in primavera. 



Mentre in Europa il movimento operaio lotta e si definisce (perde, e qualche volta vince), negli Stati Uniti un genio di nome Edgar Allan Poe inventa il genere giallo, horror, thriller psicologico. Se ancora non li avete letti, una selezione dei suoi racconti può cambiarvi la vita.


Un classico moderno che non mi stanco di suggerire, per chi se lo fosse perso (ma l'anno prossimo lo riaggancia anche con prof. Cuccu!) il mitico 1984 di Orwell, la più classica e potente delle distopie.


Ancora distopie, non più (tanto) politiche quanto tecnologiche, il devastante progetto di un Mondo nuovo di Aldous Huxley; il titolo è tratto da The Tempest di Shakespeare: «How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in't!», ironia e angoscia vi attendono!


Ultimo romanzo distopico, ne abbiamo parlato un paio di volte: il premio Nobel Saramago vi chiude dentro un manicomio dismesso insieme a una città di ciechi, e vi fa vedere tutta l'umanità.


Un libro della scrittrice Harper Lee (1926-2016) che ha fatto epoca, il cui titolo originario è To kill a Mockingbird, cioè "uccidere un tordo", fare cioè gesti violenti senza motivo, o motivati in modo pretestuoso, ingiusto, inumano. Proprio come accade quando ci sono razzismi, pregiudizi, paure infondate verso l'altro, e quell'altro è percepito come una minaccia, perchè non lo si conosce ma lo si disprezza come se fosse poca cosa. 
In italiano si è scelta la metafora del Buio oltre la siepe, e superate le prime 50 pagine, a volte faticose, si scopre - lì oltre la siepe - un mondo indimenticabile. Ambientato negli anni della Grande Depressione, in Alabama, la storia di due bambini, un padre "eroe", un a comunità nera emarginata, un potenziale assassino, e un uomo segregato. 




Per chiudere (anche se ho proposto anche Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, o Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, o ancora il bellissimo Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, tutti consigliatissimi), l'unico italiano, il più recente e il meno "scolastico", perchè non potete non conoscerlo. Zerocalcare, di cui potete assaggiare qualcosa nel suo arcinoto blog (e basterebbe, partendo dai più vecchi per entrare in sintonia con lo stile e i suoi temi preferiti), che ha pubblicato un interessante e attualissimo reportage da Kobane, città nell'attuale Kurdistan siriano, assediata dall'ISIS (e non solo).




E buone vacanze, divertitevi e leggete tanto che fa bene!

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