venerdì 20 marzo 2015

Bellissimo concorso!



ATTENZIONE ATTENZIONE!

La mitica e organizzatissima Scuola Normale Superiore di Pisa - eccellenza mondiale nel campo della ricerca scientifica in discipline sia umanistiche che scientifiche - ha indetto un concorso molto selettivo ma molto interessante: in palio per cinque studenti liceali italiani la possibilità di trascorrere una giornata alla Normale insieme ai ricercatori e ai gruppi di ricerca della Scuola, nei loro laboratori e nelle loro bellissime strutture, affiancandoli nella ricerca e vivendo da vicino una delle realtà più coinvolgenti ed esclusive della alta formazione universitaria e post-universitaria (tutto pagato, dal viaggio al vitto e alloggio, naturalmente!).

Come si partecipa?

Chiunque di voi può cimentarsi a scrivere un breve articolo di taglio divulgativo (massimo 500 parole) su una notizia scientifica d'attualità che lo ha particolarmente colpito. 

Saranno valutate: 

- la capacità di organizzare le informazioni in modo sintetico ed efficace; 

- la comprensione delle informazioni presentate. 

Spesso può essere difficile discriminare tra scienza e pseudoscienza: è importante dunque che le notizie provengano da fonti affidabili! (Questa è anche la prima regola del buon ricercatore). 

La scadenza per l'upload dei propri elaborati è il 10 aprile 2015. I vincitori saranno scelti poco dopo e la premiazione avverrà per tutti indicativamente un giorno attorno al 15 maggio 2015.

Per caricare e inviare l'articolo è necessario usare questo modulo: http://vis.sns.it/come-partecipare/vivi-un-giorno-da-ricercatore/

Nel sito è presente una utile pagina di link ai più affidabili siti italiani di divulgazione scientifica - da imitare e prendere a modello per il vostro articolo - e a siti (non solo italiani) delle diverse discipline seguite dal centro (Biofisica, Chimica, Cosmologia, Fisica delle particelle, Archeologia), cui aggiungo il link a Eurekalert! il sito di un'importante agenzia di informazione scientifica. 

Per chi di voi è su Facebook, ecco la pagina della Scuola Normale di Pisa: https://www.facebook.com/scuolanormale

Coraggio e in bocca al lupo a tutti!!

lunedì 16 marzo 2015

Perchè dobbiamo leggere Dante

Un saggio molto leggibile di Claudio Giunta (giovane docente all'Università di Trento) sulla bellezza e il valore di Dante (la Commedia) oggi, per noi.
Con un meraviglioso disegno di Gipi in apertura, che da solo vale il link.

Lo stile è leggero, accessibile per voi, e in qualche misura riproducibile in un "saggio breve". Contiene una tesi chiara e, insomma, oltre che interessante di per sé è anche un valido esempio di scrittura da imitare.

mercoledì 11 marzo 2015

Vecchio (caro) articolo su di noi...

I miei ragazzi insidiati dal demone della Facilità
Cosa sta accadendo nelle menti degli italiani, come mai ho l' impressione che lo stordimento, se non addirittura una leggera forma di demenza, stiano soffiando come scirocco in troppi cervelli, giovani e meno giovani? Quali sono le cause, se ce ne sono, di questo torpore? Avevo raccontato, un mese fa su "Repubblica", la mia crescente ansia di fronte al silenzio dei miei studenti che sembrano non saper più ragionare. In tanti hanno risposto, mi sono arrivate molte lettere, anche dai ragazzi delle scuole. Capisco che è difficile indicare un unico responsabile, un sicuro colpevole, ma una piccola idea del perché accada tutto questo io me la sono fatta e ve la propongo. A mio avviso da troppo tempo viviamo sotto l' influsso di una divinità tanto ammaliante quanto crudele, un uccelletto che canta soave, ma che ha un becco così sottile e feroce da mangiarci il cervello. La Facilità è la dea che divora i nostri pensieri, e di conseguenza l' intera nostra vita. La Facilità non va certo confusa con la Semplicità che, come ben sintetizzava il grande scultore Brancusi, «è una complessità risolta». La Semplicità è l' obiettivo finale di ogni nostro sforzo: noi dovremmo sempre impegnarci affinché pensieri e gesti siano semplici, e dunque armoniosi e giusti. La Semplicità è il miele prodotto dal lavoro complicato dell' alveare, è il vino squisito che dietro di sé ha la fatica della vigna. La Faciltà, invece, è una truffa che rischia di impoverire tragicamente i nostri giorni. A farne le spese sono soprattutto i ragazzi più poveri e sprovveduti, ma anche noi adulti furbi e smaliziati stiamo concedendo vasti territori a questa acquerugiola che somiglia a un concime ed è un veleno. La nostra cultura ormai scansa ogni sentore di fatica, ogni peso, ogni difficoltà: abbiamo esaltato il trash e il pulp, bastavano un rutto e una rasoiata per raccogliere attenzione e gloria; abbiamo accettato che le televisioni venissero invase da gente che imbarcava applausi senza essere capace a fare nulla; abbiamo accolto con entusiasmo ogni sbraitante analfabeta, ogni ridicolo chiacchierone, ogni comico da quattro soldi, ogni patetica "bonazza". Così un poco ogni giorno il piano si è inclinato verso il basso e noi ci siamo rotolati sopra velocemente, allegramente, fino a non capire più nulla, fino all' infelicità. Tutto è stato facile, e tutto continua a voler essere ancora più facile. Impara l' inglese giocando, laureati in due anni senza sforzo, diventa anche tu ridendo e scherzando un uomo ricco e famoso. Spesso i miei alunni, ragazzi di quindici o sedici anni, mi dicono: «Io voglio fare i soldi in fretta per comprarmi tante cose», e io rispondo che non c' è niente di male a voler diventare ricchi, ma che bisognerà pure guadagnarseli in qualche modo questi soldi, se non si ha alle spalle una famiglia facoltosa: bisognerà studiare, imparare un buon mestiere, darsi da fare. A questo punto loro mi guardano stupiti, quasi addolorati, come se avessi detto la cosa più bizzarra del mondo. Non considerano affatto inevitabile il rapporto tra denaro e fatica, credono che il benessere possa arrivare da solo, come arriva la pioggia o la domenica. Sembra che nessuno mai li abbia avvertiti delle difficoltà dell' esistenza. Sembra che ignorino completamente quanto la vita è dura, che tutto costa fatica, e che per ottenere un risultato anche minimo bisogna impegnarsi a fondo. E per quanto io mi prodighi per spiegare loro che anche per estrarre il succo dall' arancia bisogna spremerla forte, mi pare di non riuscire a convincerli. Il mondo intero afferma il contrario, in televisione e sui manifesti pubblicitari tutti ridono felici e abbronzati e nessuno è mai sudato. Così si diventa idioti. E' un processo inesorabile, matematico, terribile, ed è un processo che coinvolge anche gli adulti, sia chiaro. La Facilità promette mari e monti, e il livello mentale si abbassa ogni giorno di più, fino al balbettio e all' impotenza. «Le cose non sono difficili a farsi, ma noi, mettere noi nello stato di farle, questo sì è difficile», scriveva ancora Brancusi. Mettere noi stessi nello stato di poter affrontare la vita meglio che si può, di fare un mestiere per bene, di costruire un tavolo o di scrivere un articolo senza compiere gravi errori, questo è proprio difficile, ed è necessario prepararsi per anni, prepararsi sempre. E se addirittura volessimo avanzare di un palmo nella conoscenza di noi stessi e del mondo, trasformarci in esseri appena appena migliori, più consapevoli e sereni, dovremmo ricordarci la fatica e la pena che ogni metamorfosi pretende, come insegnano i miti classici, le vite degli uomini grandi, le parole e le posizioni dei monaci orientali. Ma la Facilità ormai ha dissolto tante capacità intellettuali e manuali, e si parla a vanvera perché così abbiamo sentito fare ogni sera, si pensa e si vive a casaccio perché così fanno tutti. Ben presto per i lavori più complessi dovremo affidarci alla gente venuta da fuori, da lontano, alle persone che hanno conosciuto la sofferenza e hanno coltivato una volontà di riscatto. Loro sanno che la Facilità è un imbroglio, lo hanno imparato sulla loro pelle. Noi continueremo a sperare di diventare calciatori e vallette, miliardari e attrici, indossatori e stilisti, e diventeremo solo dei mentecatti.
MARCO LODOLI


Per facilità (!!), e violando di sicuro qualche norma sulla privacy, vi ho copiato un articolo del 2002 tratto da qui http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/11/06/miei-ragazzi-insidiati-dal-demone-della.html